Importanza antropologica del canto.
Il canto, assieme a tutti i suoi connotati, è un linguaggio tipicamente umano. Esso, infatti, è in costante sintonia con lo spirito dell’uomo e, allo stesso tempo, con i suoi sentimenti più intimi. L’uomo, spontaneamente, ricorre a modulazioni della voce e a melodie, con o senza parole. Il canto senza parole è pura lode, espansione melodica, vocalizzo, esso è canto del cuore. Sant’Agostino si riferisce a questa dimensione definendola puro “iubilus”.
Il canto pertanto, è un linguaggio privilegiato della vita: una forma agevolata di comunicazione di situazioni e avvenimenti importanti; pertanto amore, dolore, gioia, tristezza, morte, speranza sono gli eterni temi che ricorrono nel canto. Sempre Sant’Agostino scrive nel suo sermone sul libro dei Salmi: «Il canto è espressione di letizia; anzi, a una più attenta considerazione, è anche segno di amore». «Cantare amantis est: chi ama, canta». Il canto allora è “immenso dono divino”.
Il canto è anche un linguaggio più ricco, esso coniuga razionalità e affettività, è espressione totale dell’uomo come essere pensante e amante. Questa unificazione dell’io produce un senso di gioiosa gratificazione: per cui “cantare è bello”!
Il canto, in effetti, più della parola, esprime e comunica: nel canto è presente una vera e propria distensione dell’anima, perché si ha più tempo per ripensare piacevolmente i contenuti delle parole. Il canto amplifica la parola e la carica di emotività, coinvolgendo non solo la sfera intellettiva, ma anche la componente sensibile dell’uomo. Perciò, esprimendosi col canto, l’uomo riesce a comunicare in modo più facile e piacevole; esso, interpretando con il supporto della musica, problemi, sentimenti umani e sociali, crea una forte unità, tanto che presso tutti i popoli e in ogni epoca storica, troviamo il canto come forma alta di socialità e come elemento di identità nazionale, religiosa e culturale.
Musica e canto sono un linguaggio specificamente religioso. Tutte le cose, infatti, portano in sé il suono della voce creatrice di Dio (“Dio disse”); per cui la musica è, a pieno titolo, una forma dell’unica voce di Dio.
Oltre a queste valenze di natura psicologica e sociale, il canto ha funzione terapeutica; Platone infatti, riferisce che Esculapio era solito guarire alcune malattie attraverso il canto. Il motivo scientifico della valenza terapeutica della musica, in realtà, pare sia questo: le onde sonore prodotte da uno strumento sono sintonizzate col nostro corpo, vero centro del cosmo, esse fanno vibrare le fibre del nostro organismo in corrispondenza dei sentimenti più vari e profondi, come corde dell’universo umano.